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Poesia
14 Anni 5 Mesi fa #6429
da LaDea
Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."
14 Anni 5 Mesi fa #6487
da LaDea
Argentea è la luna
immobile sentinella della
notte
e nella fioca luce delle
tenebre... tutto tace!
Un rumore però interrompe
questo silenzio,
è un gemito di passione,
un alito di vita,
e... nell'oscurità due corpi
si amano, si muovono e si
accarezzano,
teneramente.
È la fusione di due anime
che assaporano i piaceri della
carne.
Battono forte i loro cuori,
nell'amplesso travolgente,
sotto lo sguardo
di una lucente luna
immobile sentinella della
notte
e nella fioca luce delle
tenebre... tutto tace!
Un rumore però interrompe
questo silenzio,
è un gemito di passione,
un alito di vita,
e... nell'oscurità due corpi
si amano, si muovono e si
accarezzano,
teneramente.
È la fusione di due anime
che assaporano i piaceri della
carne.
Battono forte i loro cuori,
nell'amplesso travolgente,
sotto lo sguardo
di una lucente luna
14 Anni 5 Mesi fa #6525
da LaDea
Che il bello e l'incantevole
Siano solo un soffio e un brivido,
che il magnifico entusiasmante
amabile non duri:
nube, fiore, bolla di sapone,
fuoco d'artificio e riso di bambino,
sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
e tante altre fantastiche cose,
che esse appena scoperte svaniscano,
solo il tempo di un momento
solo un aroma, un respiro di vento,
ahimè lo sappiamo con tristezza.
E ciò che dura e resta fisso
non ci è così intimamente caro:
pietra preziosa con gelido fuoco,
barra d'oro di pesante splendore;
le stelle stesse, innumerabili,
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.
No, il bello più profondo e degno dell'amore
pare incline a corrompersi,
è sempre vicino a morire,
e la cosa più bella, le note musicali,
che nel nascere già fuggono e trascorrono,
sono solo soffi, correnti, fughe
circondate d'aliti sommessi di tristezza
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
si lasciano costringere, tenere;
nota dopo nota, appena battuta
già svanisce e se ne va.
Così il nostro cuore è consacrato
con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge
e scorre,
alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.
Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.
Spose di un tempo, senza durata,
per cui la rugiada su un petalo di rosa,
per cui un battito d'ali d'uccello
il morire di un gioco di nuvole,
scintillio di neve, arcobaleno,
farfalla, già volati via,
per cui lo squillare di una risata,
che nel passare ci sfiora appena,
può voler dire festa o portare dolore.
Amiamo ciò che ci somiglia,
e comprendiamo
ciò che il vento ha scritto
sulla sabbia.
Hermann Hesse
Siano solo un soffio e un brivido,
che il magnifico entusiasmante
amabile non duri:
nube, fiore, bolla di sapone,
fuoco d'artificio e riso di bambino,
sguardo di donna nel vetro di uno specchio,
e tante altre fantastiche cose,
che esse appena scoperte svaniscano,
solo il tempo di un momento
solo un aroma, un respiro di vento,
ahimè lo sappiamo con tristezza.
E ciò che dura e resta fisso
non ci è così intimamente caro:
pietra preziosa con gelido fuoco,
barra d'oro di pesante splendore;
le stelle stesse, innumerabili,
se ne stanno lontane e straniere, non somigliano a noi
- effimeri-, non raggiungono il fondo dell'anima.
No, il bello più profondo e degno dell'amore
pare incline a corrompersi,
è sempre vicino a morire,
e la cosa più bella, le note musicali,
che nel nascere già fuggono e trascorrono,
sono solo soffi, correnti, fughe
circondate d'aliti sommessi di tristezza
perché nemmeno quanto dura un battito del cuore
si lasciano costringere, tenere;
nota dopo nota, appena battuta
già svanisce e se ne va.
Così il nostro cuore è consacrato
con fraterna fedeltà
a tutto ciò che fugge
e scorre,
alla vita,
non a ciò che è saldo e capace di durare.
Presto ci stanca ciò che permane,
rocce di un mondo di stelle e gioielli,
noi anime-bolle-di-vento-e-sapone
sospinte in eterno mutare.
Spose di un tempo, senza durata,
per cui la rugiada su un petalo di rosa,
per cui un battito d'ali d'uccello
il morire di un gioco di nuvole,
scintillio di neve, arcobaleno,
farfalla, già volati via,
per cui lo squillare di una risata,
che nel passare ci sfiora appena,
può voler dire festa o portare dolore.
Amiamo ciò che ci somiglia,
e comprendiamo
ciò che il vento ha scritto
sulla sabbia.
Hermann Hesse
14 Anni 4 Mesi fa - 14 Anni 4 Mesi fa #6555
da LaDea
Fernando Pessoa
Abdicazione
Amo tutto ciò che è stato
Autopsicografia
Campana del mio villaggio
Come alle volte
Demogorgone
Dicono?
E’ l’amore che è essenziale
Fra la calma e l’albereto
Furtiva mano di un fantasma occulto
Gatto che giochi per via
Gli dèi sono felici.
Grandi misteri abitano
Ho pena delle stelle
La morte è la curva della strada
Libertà
Lontano da me
Ma io, sempre estraneo
Magnificat
Natale
Nella casa di fronte a me e ai miei sogni
Non sto pensando a niente
Prendemmo la città dopo un intenso bombardamento
Questo
Stanca essere
Tutte le lettere d’amore
Voglio, avrò.
Abdicazione
Amo tutto ciò che è stato
Autopsicografia
Campana del mio villaggio
Come alle volte
Demogorgone
Dicono?
E’ l’amore che è essenziale
Fra la calma e l’albereto
Furtiva mano di un fantasma occulto
Gatto che giochi per via
Gli dèi sono felici.
Grandi misteri abitano
Ho pena delle stelle
La morte è la curva della strada
Libertà
Lontano da me
Ma io, sempre estraneo
Magnificat
Natale
Nella casa di fronte a me e ai miei sogni
Non sto pensando a niente
Prendemmo la città dopo un intenso bombardamento
Questo
Stanca essere
Tutte le lettere d’amore
Voglio, avrò.
Ultima Modifica 14 Anni 4 Mesi fa da AnyWay. Motivo: Correzioni.
14 Anni 4 Mesi fa #6618
da LaDea
Rimpianto
Nel cielo sereno di un pomeriggio appena iniziato vidi una nuvola bionda,
non offuscava il sole,
anzi, i suoi raggi, rifrangendosi nelle due preziose pietre grigie
incastonate nell'oro di un ovale perfetto,
lo rendevano più caldo, più scintillante.
Fu solo un istante nella scala temporale della Vita,
poi neri nuvoloni gravidi di tempesta,
che un vento impetuoso sospingeva veemente,
frantumarono la nuvola bionda,
che si disperse nel cielo che andava oscurando.
Ora nel cielo bigio di un pomeriggio
che sta per cedere, malinconicamente, il posto alla sera,
non ci sono nuvole.
Ogni tanto sollevo gli occhi al cielo
nella speranza di poter rivedere la nuvola bionda,
per potermi specchiare ancora una volta
nelle due preziose pietre grigie
incastonate nell'oro di un ovale perfetto.
A volte la nuvola bionda appare,
ma è sempre lontana,
il sole che adesso si riflette in essa riscalda ed illumina altri mondi,
e in quel momento il mio rimane nel gelido buio del:
Rimpianto...
Nel cielo sereno di un pomeriggio appena iniziato vidi una nuvola bionda,
non offuscava il sole,
anzi, i suoi raggi, rifrangendosi nelle due preziose pietre grigie
incastonate nell'oro di un ovale perfetto,
lo rendevano più caldo, più scintillante.
Fu solo un istante nella scala temporale della Vita,
poi neri nuvoloni gravidi di tempesta,
che un vento impetuoso sospingeva veemente,
frantumarono la nuvola bionda,
che si disperse nel cielo che andava oscurando.
Ora nel cielo bigio di un pomeriggio
che sta per cedere, malinconicamente, il posto alla sera,
non ci sono nuvole.
Ogni tanto sollevo gli occhi al cielo
nella speranza di poter rivedere la nuvola bionda,
per potermi specchiare ancora una volta
nelle due preziose pietre grigie
incastonate nell'oro di un ovale perfetto.
A volte la nuvola bionda appare,
ma è sempre lontana,
il sole che adesso si riflette in essa riscalda ed illumina altri mondi,
e in quel momento il mio rimane nel gelido buio del:
Rimpianto...
14 Anni 3 Mesi fa #6685
da LaDea
Per il mio cuore basta il tuo petto,
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla tua bocca arriverà fino al cielo
ciò che stava sopito sulla mia anima.
E' in te l'illusione di un giorno.
Giungi come rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza,
Eternamente in fuga come l'onda.
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.
per la tua libertà bastano le mie ali.
Dalla tua bocca arriverà fino al cielo
ciò che stava sopito sulla mia anima.
E' in te l'illusione di un giorno.
Giungi come rugiada sulle corolle.
Scavi l'orizzonte con la tua assenza,
Eternamente in fuga come l'onda.
Ho detto che cantavi nel vento
come i pini e come gli alberi maestri delle navi.
Come quelli sei alta e taciturna.
E di colpo ti rattristi, come un viaggio.
Accogliente come una vecchia strada.
Ti popolano echi e voci nostalgiche.
Io mi sono svegliato e a volte migrano e fuggono
gli uccelli che dormivano nella tua anima.
14 Anni 3 Mesi fa #6706
da LaDea
Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
~ Kahlil Gibran ~
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l'eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.
~ Kahlil Gibran ~
14 Anni 2 Mesi fa #6809
da LaDea
Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive,
i giorni dell'attesa disperata.
Come l'albero ignudo a mezzo inverno
che s'attriste nella deserta corte
io non credo di mettere più foglie
e dubito d'averle messe mai.
Andando per la strada così solo
tra la gente che m'urta e non mi vede
mi pare d'esser da me stesso assente.
E m'accalco ad udire dov'è ressa
sosto dalle vetrine abbarbagliato
e mi volto al frusciare d'ogni gonna.
Per la voce d'un cantastorie cieco
per l'improvviso lampo d'una nuca
mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime
mi s'accendon negli occhi cupidigie.
Chè tutta la mia vita è nei miei occhi:
ogni cosa che passa la commuove
come debola vento un'acqua morta.
Io son come uno specchio rassegnato
che riflette ogni cosa per la via.
In me stesso non guardo perché nulla
vi troverei...
E, venuta la sera, nel mio letto
mi stendo lungo come in una bara.
Camillo Sbarbaro
i giorni dell'attesa disperata.
Come l'albero ignudo a mezzo inverno
che s'attriste nella deserta corte
io non credo di mettere più foglie
e dubito d'averle messe mai.
Andando per la strada così solo
tra la gente che m'urta e non mi vede
mi pare d'esser da me stesso assente.
E m'accalco ad udire dov'è ressa
sosto dalle vetrine abbarbagliato
e mi volto al frusciare d'ogni gonna.
Per la voce d'un cantastorie cieco
per l'improvviso lampo d'una nuca
mi sgocciolano dagli occhi sciocche lacrime
mi s'accendon negli occhi cupidigie.
Chè tutta la mia vita è nei miei occhi:
ogni cosa che passa la commuove
come debola vento un'acqua morta.
Io son come uno specchio rassegnato
che riflette ogni cosa per la via.
In me stesso non guardo perché nulla
vi troverei...
E, venuta la sera, nel mio letto
mi stendo lungo come in una bara.
Camillo Sbarbaro
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