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Politica
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15 Anni 3 Mesi fa #2310
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
Gabbie salariali, no dei sindacati
"A lavoro uguale, paga uguale"
ROMA - Il dibattito politico di agosto si infiamma sulle gabbie salariali dopo l'ok di Berlusconi alla Lega. Un'idea "vecchia e superata" che penalizzerebbe ulteriormente il Sud, secondo il segretario del Pd Dario Franceschini. "La sola definizione di 'gabbie' fa schifo", rincara la dose il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Puntano i piedi anche Cisl, Uil e Ugl, qualche distinguo arriva anche dal centrodestra. Per il presidente dei senatori del PdL Maurizio Gasparri, "il termine gabbie salariali va tolto dal dibattito perché ingenera equivoci e giustamente si presta a polemiche".
E' una vera e propria levata di scudi quella dei sindacati. La Cgil si dice "assolutamente, totalmente contraria, anzi contrarissima". Secondo il segretario confederale, Morena Piccinini l'idea di Bossi e Berlusconi "penalizzerebbe le zone più deboli del Paese, favorendo la disgregazione dell'unità del mondo del lavoro". La Cgil è preoccupata "non solo per l'idea in sè - aggiunge la Piccinini - ma anche perché si continua a fare riferimento a strumenti contrattuali, ai quali la Cgil si è sempre detta contraria, che favoriscono la disgregazione dell'unità dei lavoratori". "Siamo contrarissimi - ha spiegato Piccinini - perché il lavoro è uguale e dunque deve essere pagato ugualmente in Italia ovunque". Più o meno stessi pensieri in casa Uil dove il segretario generale Luigi Angeletti boccia senza mezzi termini l'idea: "Le gabbie salariali sono solo una stupidità, non condivisa da nessun imprenditore o dalle loro associazioni, perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa: i politici dovrebbero essere un po' più attenti quando affrontano i problemi salariali". Punta i piedi anche il segretario generale della Cisl: se pensassimo davvero di stabilire i salari per legge "sarebbe un ritorno all'Unione Sovietica - dice Raffaele Bonanni a Il Sussidiario.net - scavalcando le parti sociali proprio dopo aver definito il nuovo impianto contrattuale che dà forza alla contrattazione locale e aziendale. Non è una proposta seria".
"A lavoro uguale, paga uguale"
ROMA - Il dibattito politico di agosto si infiamma sulle gabbie salariali dopo l'ok di Berlusconi alla Lega. Un'idea "vecchia e superata" che penalizzerebbe ulteriormente il Sud, secondo il segretario del Pd Dario Franceschini. "La sola definizione di 'gabbie' fa schifo", rincara la dose il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo. Puntano i piedi anche Cisl, Uil e Ugl, qualche distinguo arriva anche dal centrodestra. Per il presidente dei senatori del PdL Maurizio Gasparri, "il termine gabbie salariali va tolto dal dibattito perché ingenera equivoci e giustamente si presta a polemiche".
E' una vera e propria levata di scudi quella dei sindacati. La Cgil si dice "assolutamente, totalmente contraria, anzi contrarissima". Secondo il segretario confederale, Morena Piccinini l'idea di Bossi e Berlusconi "penalizzerebbe le zone più deboli del Paese, favorendo la disgregazione dell'unità del mondo del lavoro". La Cgil è preoccupata "non solo per l'idea in sè - aggiunge la Piccinini - ma anche perché si continua a fare riferimento a strumenti contrattuali, ai quali la Cgil si è sempre detta contraria, che favoriscono la disgregazione dell'unità dei lavoratori". "Siamo contrarissimi - ha spiegato Piccinini - perché il lavoro è uguale e dunque deve essere pagato ugualmente in Italia ovunque". Più o meno stessi pensieri in casa Uil dove il segretario generale Luigi Angeletti boccia senza mezzi termini l'idea: "Le gabbie salariali sono solo una stupidità, non condivisa da nessun imprenditore o dalle loro associazioni, perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa: i politici dovrebbero essere un po' più attenti quando affrontano i problemi salariali". Punta i piedi anche il segretario generale della Cisl: se pensassimo davvero di stabilire i salari per legge "sarebbe un ritorno all'Unione Sovietica - dice Raffaele Bonanni a Il Sussidiario.net - scavalcando le parti sociali proprio dopo aver definito il nuovo impianto contrattuale che dà forza alla contrattazione locale e aziendale. Non è una proposta seria".
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15 Anni 3 Mesi fa #2342
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
Immigrati, il Vaticano contro Calderoli: ''Inaccettabili e offensive le sue parole''
Città del Vaticano, 25 ago. - (Adnkronos) - "E' inaccettabile e offensivo, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". E’ dura la replica di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, al ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli (nella foto) secondo cui il presule aveva pronunciato parole che “non sono quelle del Vaticano e della Cei”.
asserire che come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede - precisa il 'ministro' vaticano dell'immigrazione - e mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana”.
In un'intervista alla Radio Vaticana del 22 agosto, ripresa poi dall'Osservatore Romano del giorno successivo, mons. Vegliò aveva fatto sentire la sua voce sulla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, ribadendo il diritto all'accoglienza e al soccorso per i migranti irregolari che cercano di raggiungere le nostre coste.
"Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui spesso lo stesso Vegliò è stato contraddetto", aveva dichiarato in quell'occasione Calderoli.
Oggi la replica del 'ministro' vaticano: "Al riguardo, con tutto il rispetto possibile e per amore di verità, vorrei asserire che: come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede. Forse il signor ministro aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro". "La mia dichiarazione - concluce il presule - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità''.
Da parte sua, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa commenta così le polemiche sorte a seguito della tragedia in mare dei migranti eritrei:: ''Ho grande rispetto per la Chiesa. Capisco la missione della Chiesa, che è quella della carità alla quale mi inchino, che deve essere esercitata nei confronti di tutti. Ma poi c'è una missione diversa che è di chi ha il dovere, prima che il diritto, di far rispettare la legge e appartiene alla politica e alle istituzioni".
"Fare rispettare la legge è sempre giusto", prosegue il ministro che osserva anche come "la polemica di Franceschini è fuori luogo, perché quel decreto sta dando grandi frutti". "Basti pensare - fa notare - al numero di immigrati che sono sbarcati quest'anno: poche decine rispetto ai tanti degli scorsi anni che andavano anche a costituire un problema di ordine pubblico".
Città del Vaticano, 25 ago. - (Adnkronos) - "E' inaccettabile e offensivo, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo". E’ dura la replica di monsignor Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, al ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli (nella foto) secondo cui il presule aveva pronunciato parole che “non sono quelle del Vaticano e della Cei”.
asserire che come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede - precisa il 'ministro' vaticano dell'immigrazione - e mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza episcopale italiana”.
In un'intervista alla Radio Vaticana del 22 agosto, ripresa poi dall'Osservatore Romano del giorno successivo, mons. Vegliò aveva fatto sentire la sua voce sulla tragedia del Canale di Sicilia in cui sarebbero morti 73 eritrei, ribadendo il diritto all'accoglienza e al soccorso per i migranti irregolari che cercano di raggiungere le nostre coste.
"Le parole sugli immigrati pronunciate da monsignor Vegliò non sono quelle del Vaticano o della Cei da cui spesso lo stesso Vegliò è stato contraddetto", aveva dichiarato in quell'occasione Calderoli.
Oggi la replica del 'ministro' vaticano: "Al riguardo, con tutto il rispetto possibile e per amore di verità, vorrei asserire che: come capo dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede. Forse il signor ministro aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro". "La mia dichiarazione - concluce il presule - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilità''.
Da parte sua, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa commenta così le polemiche sorte a seguito della tragedia in mare dei migranti eritrei:: ''Ho grande rispetto per la Chiesa. Capisco la missione della Chiesa, che è quella della carità alla quale mi inchino, che deve essere esercitata nei confronti di tutti. Ma poi c'è una missione diversa che è di chi ha il dovere, prima che il diritto, di far rispettare la legge e appartiene alla politica e alle istituzioni".
"Fare rispettare la legge è sempre giusto", prosegue il ministro che osserva anche come "la polemica di Franceschini è fuori luogo, perché quel decreto sta dando grandi frutti". "Basti pensare - fa notare - al numero di immigrati che sono sbarcati quest'anno: poche decine rispetto ai tanti degli scorsi anni che andavano anche a costituire un problema di ordine pubblico".
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15 Anni 3 Mesi fa #2354
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
Morto il senatore Ted Kennedy
anima liberal d'America
Il senatore democratico, 77 anni, fratello del presidente JFK e di Bob Kennedy, era da tempo malato di cancro. Dovette rinunciare al sogno della Casa Bianca dopo un controverso incidente stradale in cui morì la sua assistente, Mary Jo Kopechne
Kennedy, fratello minore del presidente JFK e di Robert Kennedy, si è spento nella notte nella sua casa di Hyannis Port, in Massachusetts. Lo ha riferito la tv Cnn. Edward Kennedy, 77 anni, ha lottato contro un cancro al cervello, senza perdere lucidità fino all'ultimo: nei giorni scorsi aveva infatti chiesto di essere sostituito al Senato, consapevole che la propria scomparsa avrebbe privato di un voto il passaggio parlamentare della riforma sanitaria. «Ho il cuore infranto, è stato il più grande senatore americano dei nostri tempi», ha dichiarato il presidente Barack Obama.
anima liberal d'America
Il senatore democratico, 77 anni, fratello del presidente JFK e di Bob Kennedy, era da tempo malato di cancro. Dovette rinunciare al sogno della Casa Bianca dopo un controverso incidente stradale in cui morì la sua assistente, Mary Jo Kopechne
Kennedy, fratello minore del presidente JFK e di Robert Kennedy, si è spento nella notte nella sua casa di Hyannis Port, in Massachusetts. Lo ha riferito la tv Cnn. Edward Kennedy, 77 anni, ha lottato contro un cancro al cervello, senza perdere lucidità fino all'ultimo: nei giorni scorsi aveva infatti chiesto di essere sostituito al Senato, consapevole che la propria scomparsa avrebbe privato di un voto il passaggio parlamentare della riforma sanitaria. «Ho il cuore infranto, è stato il più grande senatore americano dei nostri tempi», ha dichiarato il presidente Barack Obama.
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15 Anni 3 Mesi fa #2361
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
modificare unilateralmente il concordato, dopo lo scontro sull'immigrazione fra il carroccio e la santa sede, deve essere sembrato troppo anche alla lega. e così, dopo la proposta della 'padania' di cambiare le norme che regolano i rapporti tra stato e chiesa cattolica, è servito l'intervento dei capigruppo leghisti di Camera e Senato per sedare la polemica: il Concordato non si tocca.
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15 Anni 3 Mesi fa #2379
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
BERLUSCONI FA CAUSA AL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA: 'MI DIFFAMA'
Il premier Silvio Berlusconi ha deciso di querelare La Repubblica, chiedendo un risarcimento di 1 milione di euro, perché ritiene "palesemente diffamatorie" le 10 domande sul caso Noemi e per un articolo del 6 agosto dal titolo 'Berlusconi ormai ricattabile''. E' lo stesso quotidiano di Ezio Mauro a darne oggi notizia in prima pagina ("Berlusconi va dai giudici e fa causa alle 10 domande") riportando l'atto di citazione firmato dal premier e depositato al Tribunale di Roma.
Sempre in prima pagina la risposta del direttore Ezio Mauro che nel suo intervento dal titolo "Insabbiare" scrive tra l'atro: "E' la prima volta nella memoria di un paese libero, che un uomo fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l'estate dell'uomo più potente d'Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul 'ciarpame politico' che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda il capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l'accertamento della verità impedendo la libera attività giornalistica d'inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta".
FRANCESCHINI,QUERELA REPUBBLICA? CI DENUNCI TUTTI
ROMA - Il segretario del Pd Dario Franceschini ha telefonato al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, per esprimergli la solidarietà di tutto il Pd e sua personale davanti all'"incredibile azione giudiziaria del premier" contro il suo giornale. "E' chiaro - ha dichiarato Franceschini - che ci troviamo di fronte ad una indegna strategia di intimidazione nei confronti di un singolo giornale, dell'opposizione e di chiunque difenda i principi di un paese libero che non ha precedenti in nessuna democrazia e che è anche un segno di paura e di declino. Il presidente del consiglio non denunci solo Repubblica, ci denunci tutti. Ribadisco che settembre dovrà essere il mese di una grande mobilitazione, al di là dei colori politici, per la difesa della libertà di stampa e del diritto all'informazione".
Il premier Silvio Berlusconi ha deciso di querelare La Repubblica, chiedendo un risarcimento di 1 milione di euro, perché ritiene "palesemente diffamatorie" le 10 domande sul caso Noemi e per un articolo del 6 agosto dal titolo 'Berlusconi ormai ricattabile''. E' lo stesso quotidiano di Ezio Mauro a darne oggi notizia in prima pagina ("Berlusconi va dai giudici e fa causa alle 10 domande") riportando l'atto di citazione firmato dal premier e depositato al Tribunale di Roma.
Sempre in prima pagina la risposta del direttore Ezio Mauro che nel suo intervento dal titolo "Insabbiare" scrive tra l'atro: "E' la prima volta nella memoria di un paese libero, che un uomo fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l'estate dell'uomo più potente d'Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul 'ciarpame politico' che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda il capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l'accertamento della verità impedendo la libera attività giornalistica d'inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta".
FRANCESCHINI,QUERELA REPUBBLICA? CI DENUNCI TUTTI
ROMA - Il segretario del Pd Dario Franceschini ha telefonato al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, per esprimergli la solidarietà di tutto il Pd e sua personale davanti all'"incredibile azione giudiziaria del premier" contro il suo giornale. "E' chiaro - ha dichiarato Franceschini - che ci troviamo di fronte ad una indegna strategia di intimidazione nei confronti di un singolo giornale, dell'opposizione e di chiunque difenda i principi di un paese libero che non ha precedenti in nessuna democrazia e che è anche un segno di paura e di declino. Il presidente del consiglio non denunci solo Repubblica, ci denunci tutti. Ribadisco che settembre dovrà essere il mese di una grande mobilitazione, al di là dei colori politici, per la difesa della libertà di stampa e del diritto all'informazione".
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15 Anni 3 Mesi fa #2402
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
Ecco le 10 domande
1) Signor Presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove?
3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto "Elio" Letizia?
4) Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritto al PdL?
5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8) E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo o in politica?
9) Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
10) Sua moglie dice che "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?
1) Signor Presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove?
3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto "Elio" Letizia?
4) Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritto al PdL?
5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8) E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo o in politica?
9) Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
10) Sua moglie dice che "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?
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15 Anni 3 Mesi fa #2450
da LaDea
Risposta da LaDea al topic Re:Politica
LINEA DURA SULL'IMMIGRAZIONE
Un altro barcone respinto verso la Libia
Berlusconi: "Dobbiamo essere rigorosi"
Il governo ha deciso di respingere 75 migranti. Intanto non si hanno notizie di un barcone partito dalla Libia giovedì scorso con a bordo 150 persone. Da Tripoli, dove festeggia il primo anniversario del 'trattato di amicizia', il premier dice: "Non possiamo aprire l'Italia a chiunque"
La Valletta, 30 Agosto 2009 - E' stato deciso un nuovo respingimento per il gommone con 75 immigrati - tra i quali 15 donne e 3 minori - che era stato intercettato dalla Marina militare maltese ed era in rotta verso la Sicilia.
Tranne un immigrato con alcune costole rotte, che dopo un controllo del medico e’ stato trasferito a Pozzallo (Ragusa), tutti gli altri sono gia’ stati trasbordati su un pattugliatore d’altura della Guardia di Finanza che sta facendo rotta su Tripoli.
Gli extracomunitari sarebbero in maggioranza somali o comunque provenienti dal Corno d’Africa, dunque nelle condizioni di fare richiesta d’asilo.
Una motovedetta della Marina militare maltese era andata sul posto e aveva intercettato la barca: i militari avevano rifocillato gli immigrati e avevano dato loro anche dei salvagenti.
Si potrebbero quindi riaccendere le polemiche tra Roma e La Valletta sulla politica adottata dal governo maltese lo scorso aprile di non intervenire se gli immigrati non fanno espressa richiesta di sbarcare a Malta.
Un altro barcone respinto verso la Libia
Berlusconi: "Dobbiamo essere rigorosi"
Il governo ha deciso di respingere 75 migranti. Intanto non si hanno notizie di un barcone partito dalla Libia giovedì scorso con a bordo 150 persone. Da Tripoli, dove festeggia il primo anniversario del 'trattato di amicizia', il premier dice: "Non possiamo aprire l'Italia a chiunque"
La Valletta, 30 Agosto 2009 - E' stato deciso un nuovo respingimento per il gommone con 75 immigrati - tra i quali 15 donne e 3 minori - che era stato intercettato dalla Marina militare maltese ed era in rotta verso la Sicilia.
Tranne un immigrato con alcune costole rotte, che dopo un controllo del medico e’ stato trasferito a Pozzallo (Ragusa), tutti gli altri sono gia’ stati trasbordati su un pattugliatore d’altura della Guardia di Finanza che sta facendo rotta su Tripoli.
Gli extracomunitari sarebbero in maggioranza somali o comunque provenienti dal Corno d’Africa, dunque nelle condizioni di fare richiesta d’asilo.
Una motovedetta della Marina militare maltese era andata sul posto e aveva intercettato la barca: i militari avevano rifocillato gli immigrati e avevano dato loro anche dei salvagenti.
Si potrebbero quindi riaccendere le polemiche tra Roma e La Valletta sulla politica adottata dal governo maltese lo scorso aprile di non intervenire se gli immigrati non fanno espressa richiesta di sbarcare a Malta.
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