Questo è uno di quei libri che, una volta finito, vorresti rileggere.
Odio scrivere le trame dei libri quindi ve la incollo
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Timoteo, stimato chirurgo e padre amorevole, a seguito di un grave incidente stradale occorso alla figlia Angela, viene catapultato in una dimensione nuova, estranea ai suoi canoni di vita e di pensiero, che lo porta a prendere coscienza del fatto che il dolore va più in fretta della vita. Mentre la figlia viene operata al cervello, Timoteo sprofonda in riflessioni e ricordi sulla propria vita, in particolare comincia un racconto, sepolto da anni nella sua mente. Mentre continua a raccomandare ad Angela di non mollare, di non farsi sfuggire la vita, ripetendole «non ti muovere», inizia il suo viaggio nei ricordi, vuole raccontarle tutto. Anche dell’esistenza di una donna, un amore che lo ha cambiato profondamente, lo ha messo a nudo, gli ha fatto capire quanto gli uomini possano essere vili dietro l’apparente perfezione delle loro vite.
È un viaggio anche per il lettore, che da questo punto in poi si lascia andare all'identificazione con il personaggio nella riflessione sulla propria storia.
La struttura del racconto è altalenante, come è proprio del ricordare, fra passato e presente; ricordi di gioia e dolore; il lutto per la fine di un amore e il terrore di una nuova perdita ancor più ineluttabile e definitiva.