Questo libro narra la storia di Sofia,il cui padre, professore all'università di Cracovia, esaltato dalla figlia come uomo buono e giusto, era invece un amico dei nazisti ed un sostenitore dello sterminio degli ebrei ed anche lei si sente colpevole di collaborazionismo, avendo aiutato il padre a scrivere e pubblicare i suoi libelli antisemiti. Analogamente al padre ed al marito anche lei è stata deportata, insieme ai due figli, un maschio ed una femmina, ad Auschwitz ed all'arrivo, costretta a scegliere tra i suoi due figli, ha abbandonato la bimba alla morte ed inoltre, pur di salvarsi e salvare il figlio Jan, ha nuovamente collaborato, questa volta come segretaria di Rudolf Hoess, il comandante del campo.
Questo libro mi ha colpita profondamente: per la crudeltà mentale che si è consumata, per la descrizione degli episodi, ma principalmente, per il profondo dolore della madre nell'operare la scelta tra i due figli.
Come si può scegliere tra due figli quale fare uccidere e quale no?
Come si può continuare a vivere dopo tale scelta?