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pes
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14 Anni 6 Mesi fa - 14 Anni 6 Mesi fa #6381
da Gialfy
Risposta da Gialfy al topic Re:pes
pes 2010
(ci ho messo 3 ore per farlo)
PES 2010 parte dalla base della scorsa edizione, con un’attenzione particolare sulla licenza ormai acquisita della Uefa Champions League, il punto cardine del capitolo 2009. Tramite questa esperienza, che capeggia nel menù iniziale del gioco, potremo vivere il torneo in esclusiva, con le squadre partecipanti, peccato che in realtà non siano nemmeno tutte quelle presenti nella manifestazione. Dopo una bellissima introduzione al torneo, che già viene presentato nell’intro iniziale del gioco, potremo, creare la modalità dei gironi e il numero di squadre partecipanti e, dopo aver scelto la nostra squadra del cuore, tentare di portarla al successo della coppa dalle grandi orecchie! La disponibilità delle licenze ha fatto sì che tutte le chicche del caso potessero rispecchiare la modalità, come gli scoreboard, la presentazione pre partita, l’inno della competizione e i loghi tra cartelloni pubblicitari e quant’altro. Nonostante la confermata licenza della Champions come detto, il blocco delle licenze possedute dal titolo giapponese è ancora scarno, con i soliti campionati licenziati e i pochi palloni disponibili. Inoltre anche il database dei giocatori non è aggiornato, rimasto indietro ad almeno due settimane prima della fine del mercato estivo, e con i trasferimenti non aggiornati di alcuni giocatori “secondari” che non hanno fatto molto parlare di sé (come ad esempio Almiron ancora alla Juve seppur passato al Bari). Nulla da dire però sulla riproduzione estetica delle squadre licenziate, il fiore all’occhiello del titolo che grazie alla cura maniacale degli sviluppatori, è sempre piacevole guardare gli spezzoni di animazione che regala il titolo a gioco fermo. Dal punto di vista delle altre modalità, oltre alla già citata Champions League, vi è anche la riconferma della modalità Diventa un mito, dove impersoneremo un giocatore creato da zero, conquistando la fiducia del mister prima, della squadra e del ct della Nazionale dopo. Questa è la modalità probabilmente più bella e particolarmente curata che offrono gli sviluppatori per PES 2010, oltre a risultare decisamente migliore di quella offerta dalla concorrenza. Correre per il campo col rischio di essere sostituiti sarà molto stressante, ma gli sforzi non saranno vani poiché appena il mister ci prenderà in considerazione acquisiremo ulteriormente fiducia nel nostro alter ego e lo porteremo a diventare quel “mito” che abbiamo sognato di essere fin dai primi calci al pallone che davano nei cortili! Invariata anche la modalità Master League, modalità che permette al giocatore di creare il classico “Dream Team” di fuoriclasse a colpi di PESMilioni ottenuti vincendo le partite. Tramite il sistema di crescita dei giocatori, potremo acquistare giovani promettenti ma vedremo anche i nostri fuoriclasse di oggi andare in declino avanzando con gli anni.
Maledetto vecchio sistema di controllo
PES 2010 almeno per ciò che concerne le modalità è rimasto tale e quale alla versione 2009. Peccato però che questo concetto di “già visto” lo si sente appena si scende in campo. Il feeling col pallone è rimasto invariato, e si porta dietro tutti i difetti del caso, da tre anni a questa parte contestati al team di sviluppo giapponesi. E’ anche frustante ripetere che purtroppo controllando i giocatori si senta una pessima fluidità, con movimenti tozzi e pesanti, quasi totalmente guidati e per nulla soddisfacenti. Purtroppo il pallone segue otto-sedici direzioni precise e il giocatore irrimediabilmente va a cozzare contro questi binari preimpostati che limitano l’esperienza di gioco all’osso. Il tutto trova nella spettacolarità l’unico punto di forza che il gameplay può regalare. Il fatto che i movimenti dei giocatori in campo siano ormai prevedibili, compresi quelli del pallone, apre spazi sicuri ai più navigati del titolo, poiché, attraverso delle combinazioni di prima e filtranti, si arriva facilmente all'uno contro uno col portiere, o a costruire un’azione di gioco tanto spettacolare quanto letale. In tal senso è stata migliorata la difesa, più bassa e compatta, spesso che va in pressing o al raddoppio, cercando di non lasciare mai la vita facile ai vari Messi, Cristiano Ronaldo e company. Anche il feeling col tiro è migliorato, tirare da fuori con un certo giocatore non vuole dire più un gol automatico, ma una serie di fattori determineranno la buona riuscita o meno della conclusione in porta. Il portiere a primo impatto è stato reso una fortezza, ma più in là con l’esperienza si riuscirà a superare senza troppe difficoltà di sorta. Quello che doveva essere il punto cardine di miglioramento del gioco dal punto di vista del gameplay, ovvero una maggiore profondità dei settaggi degli schemi di gioco, si rivela essere una trovata mezza riuscita. Seppur figurino molte opzioni di gioco, dal pressing al comportamento difensivo/offensivo, passando alla varie strategie d’attacco personalizzate e standard già presenti, il tutto appena si entra in campo non incide più di tanto sull’andamento della gara, rendendo dunque quasi totalmente inutile star lì a perdere la testa tra i settaggi visto che basterà giocare normalmente per avere la meglio sulla CPU. CPU che è stata notevolmente migliorata per quanto riguarda il gioco palla al piede. Le squadre più forti inventeranno azioni di prima, con tocchi veloci e rapidi cambiamenti difronte, verticalizzazioni e filtranti da paura. Ci vorrà davvero la miglior attenzione per non far passare il pallone o bloccare i giocatori senza costringersi ad affidarsi al portiere che si travesta da Superman. Se gli avversari saranno andati in vantaggio, o se la squadra è medio-bassa e non sta perdendo, si accontenteranno del risultato provando a congelare la partite con la classica melina e il classico torello, fin dietro al portiere. A quel punto tutta la squadra non tenderà più a sbilanciarsi, ma terrà le posizioni anche in momenti in cui saremo noi stessi ad essere sbilanciati. Ovvero la regola dice “se la partita va dalla tua, addormentala e non rischiare”, ed in questo senso la CPU esegue alla lettera il comando. Avremmo preferito inoltre che il gioco si facesse più maschio, mostrando più contrasti fallosi e con qualche cartellino sventolato a partita, proprio come accade nelle partite reali e proprio come è stato fatto dai canadesi della EA Sports con FIFA 2010. Invece, purtroppo, si rischia di finire sempre le partite con zero falli subiti e mai un’interruzione, in puro stile arcade. Probabilmente però, le potenzialità e il divertimento che può offrire PES 2010 devono essere riscontrate tutte sul gioco multiplayer, in locale o online. Per quanto riguarda il locale, con un numero massimo di 4 giocatori in contemporanea, si possono organizzare tutti i tornei che si vogliono, dalla Champions ai vari campionati licenziati, in sfide 2vs2 che garantiranno tantissime ore di divertimento agli appassionati, magari dopo una bella giornata in cui la scuola non andava molto giù, e la si salta per far due partite a PES! Per ciò che concerne il comparto multiplayer, la promessa di Seabass e il suo team era quella di poter regalare finalmente dei server all’altezza del caro vecchio PES 4, o quantomeno di Pro Evolution Soccer 6. A primo impatto è davvero così, senza nemmeno un filo di lag, con una risposta ai comandi leggermente più lenta di quella in offline, ma è presto per giudicare poiché i server nelle prime battute sono totalmente vuoti e bisognerà aspettare che raggiungano un certo carico per essere giudicati idonei o no per supportare la modalità multiplayer nei mesi di punta che avrà il titolo. Permane ancora la sfida 1vs1, senza possibilità alcuna di ricreare le sfide 2vs2 come accadeva nei vecchi capitoli. Fortuna vuole che il vasto ventaglio di scelta per le modalità offline non faccia mancare tanto il 2vs2 online, ma di certo se paragonato alla maxi-esperienza che il diretto avversario EA può regalare ai suoi fan, si può concludere che il comparto multi di PES 2010 come qualità e quantità è soltanto sufficiente.
Messi, ti si vedono i pori della pelle!
Dal punto di vista grafico, PES 2010 mostra tutto il suo splendore com’è sempre stato. La grafica è stata notevolmente migliorata, resa più dinamica e viva, e i giocatori già quasi perfetti come da storia sono stati ulteriormente arricchiti di dettagli che li rendono del tutto simili alla loro controparte reale. Possiamo apprezzare come la pelle dei giocatori mostri addirittura la peluria, i capelli hanno finalmente stile e forma non distaccato dal resto del corpo, e le animazioni facciali sono a dir poco superlative. Anche con una visuale della telecamera impostata a Grandangolo, è possibile riconoscere ogni singolo giocatore di maggior parte delle squadre presenti nel gioco, tutti curati nei minimi dettagli anche come movenze relative alla corsa, al progressione palla al piede e alla preparazione-esecuzione di un calcio piazzato. Le altezze e la corporatura dei giocatori sono state riprodotte fedelmente, ed è possibile distinguere in una partita varie sfumature di altezza e fisico. Fisico che comunque non va ad incidere troppo nel gameplay, e di ciò ce ne dispiace parecchio. Non convincono ancora le movenze dei giocatori per ciò che concerne il feeling col pallone, dove anche esteticamente si fa vedere tutta l’incapacità del team di sviluppo nel creare movimenti credibili ed armoniosi e non forzati e troppo guidati. Eccellenti invece tutte le introduzioni e i filmati, realizzati con la grafica del gioco. Le introduzioni alla partita sono molto coinvolgenti, che sia una match di nazionale, con una parte dell’inno che viene riprodotto, che sia un match di Champions, anche in questo caso con l’inno in sottofondo, o che sia un semplice match di campionato, i giocatori faranno il loro ingresso in una presentazione molto credibile del match. Le animazioni durante un gol sbagliato, un’esultanza o un fallo sono davvero realizzate bene e il motore grafico si mostra in tutta la sua bellezza. E’ davvero un peccato che tale potenzialità non vengano sfruttate nel gameplay. Il manto erboso è stato arricchito molto assieme a tutto il comparto grafico, ma resta ancora qualche perplessità riguardo agli stadi, ancora lontani dal match e freddi ospitanti dei 90 minuti. Il comparto audio invece è realizzato bene a metà. La telecronaca Pardo-Altafini è all’altezza solo per il commentatore italiano, con ottimi spunti di dialogo e descrizione dell’azione, sempre molto attivo e presente nel gioco, anche se manca di carisma nelle fasi più concitate del match e durante occasioni specifiche quali gol e falli. Il commentatore brasiliano invece è ancora troppo lontano dal poter offrire divertimento all’ascolto, seppur ci metta tutta la buona volontà. Pochi spunti, poche frasi ad effetto, vi porteranno presto a disattivare la telecronaca e mettere le cuffie dell’ipod alle orecchie durante le vostre sessioni di gioco. Non convincono nemmeno gli effetti degli stadi e i cori dei tifosi, ancora troppo distanti dal gioco e lontani dagli standard eccezionali dei precedenti capitoli di gioco. Fortunatamente, la soundtrack è licenziata e godibile oltre che azzeccata e mai pesante.
Rimandato o sufficiente?
PES 2010 sicuramente fa un passo in avanti verso la riproposta di un titolo valido, ma è ancora molto lontano dai vecchi fasti in cui sbaragliava la concorrenza che era davvero molto penosa. Il team giapponese da due anni ha pagato caro il fatto di essersi seduto sugli allori dopo il successone e anche quest’anno la storia non cambierà. Però bisogna ammettere che la buona volontà di guadagnare terreno è evidente, ma i diretti concorrenti non solo non sono stati a guardare, ma hanno sfornato un titolo a dir poco perfetto. Tutto sommato, PES 2010 resta un bel gioco, nel complesso più che sufficiente se non viene paragonato a nessun altro titolo e viene giudicato nella sua sostanza. Tante modalità di gioco, realizzazione grafica maniacale e chicche sparse di qua e di là, arrivano là dove il gameplay non riesce ad arrivare. Dunque PES 2010 merita sicuramente una chance da tutti coloro che amano il gioco più seguito d’Europa, e se l’editor del gioco permetterà agli smanettoni di PC di sfornare qualche patch è un’altra buona ragione di sforzarsi e provare ad entrare nel vivo del gioco. A voi giudicare se quest’edizione può soddisfare o meno il vostro concetto di “gioco di calcio” e le vostre esigenze.
gialfy
(ci ho messo 3 ore per farlo)
PES 2010 parte dalla base della scorsa edizione, con un’attenzione particolare sulla licenza ormai acquisita della Uefa Champions League, il punto cardine del capitolo 2009. Tramite questa esperienza, che capeggia nel menù iniziale del gioco, potremo vivere il torneo in esclusiva, con le squadre partecipanti, peccato che in realtà non siano nemmeno tutte quelle presenti nella manifestazione. Dopo una bellissima introduzione al torneo, che già viene presentato nell’intro iniziale del gioco, potremo, creare la modalità dei gironi e il numero di squadre partecipanti e, dopo aver scelto la nostra squadra del cuore, tentare di portarla al successo della coppa dalle grandi orecchie! La disponibilità delle licenze ha fatto sì che tutte le chicche del caso potessero rispecchiare la modalità, come gli scoreboard, la presentazione pre partita, l’inno della competizione e i loghi tra cartelloni pubblicitari e quant’altro. Nonostante la confermata licenza della Champions come detto, il blocco delle licenze possedute dal titolo giapponese è ancora scarno, con i soliti campionati licenziati e i pochi palloni disponibili. Inoltre anche il database dei giocatori non è aggiornato, rimasto indietro ad almeno due settimane prima della fine del mercato estivo, e con i trasferimenti non aggiornati di alcuni giocatori “secondari” che non hanno fatto molto parlare di sé (come ad esempio Almiron ancora alla Juve seppur passato al Bari). Nulla da dire però sulla riproduzione estetica delle squadre licenziate, il fiore all’occhiello del titolo che grazie alla cura maniacale degli sviluppatori, è sempre piacevole guardare gli spezzoni di animazione che regala il titolo a gioco fermo. Dal punto di vista delle altre modalità, oltre alla già citata Champions League, vi è anche la riconferma della modalità Diventa un mito, dove impersoneremo un giocatore creato da zero, conquistando la fiducia del mister prima, della squadra e del ct della Nazionale dopo. Questa è la modalità probabilmente più bella e particolarmente curata che offrono gli sviluppatori per PES 2010, oltre a risultare decisamente migliore di quella offerta dalla concorrenza. Correre per il campo col rischio di essere sostituiti sarà molto stressante, ma gli sforzi non saranno vani poiché appena il mister ci prenderà in considerazione acquisiremo ulteriormente fiducia nel nostro alter ego e lo porteremo a diventare quel “mito” che abbiamo sognato di essere fin dai primi calci al pallone che davano nei cortili! Invariata anche la modalità Master League, modalità che permette al giocatore di creare il classico “Dream Team” di fuoriclasse a colpi di PESMilioni ottenuti vincendo le partite. Tramite il sistema di crescita dei giocatori, potremo acquistare giovani promettenti ma vedremo anche i nostri fuoriclasse di oggi andare in declino avanzando con gli anni.
Maledetto vecchio sistema di controllo
PES 2010 almeno per ciò che concerne le modalità è rimasto tale e quale alla versione 2009. Peccato però che questo concetto di “già visto” lo si sente appena si scende in campo. Il feeling col pallone è rimasto invariato, e si porta dietro tutti i difetti del caso, da tre anni a questa parte contestati al team di sviluppo giapponesi. E’ anche frustante ripetere che purtroppo controllando i giocatori si senta una pessima fluidità, con movimenti tozzi e pesanti, quasi totalmente guidati e per nulla soddisfacenti. Purtroppo il pallone segue otto-sedici direzioni precise e il giocatore irrimediabilmente va a cozzare contro questi binari preimpostati che limitano l’esperienza di gioco all’osso. Il tutto trova nella spettacolarità l’unico punto di forza che il gameplay può regalare. Il fatto che i movimenti dei giocatori in campo siano ormai prevedibili, compresi quelli del pallone, apre spazi sicuri ai più navigati del titolo, poiché, attraverso delle combinazioni di prima e filtranti, si arriva facilmente all'uno contro uno col portiere, o a costruire un’azione di gioco tanto spettacolare quanto letale. In tal senso è stata migliorata la difesa, più bassa e compatta, spesso che va in pressing o al raddoppio, cercando di non lasciare mai la vita facile ai vari Messi, Cristiano Ronaldo e company. Anche il feeling col tiro è migliorato, tirare da fuori con un certo giocatore non vuole dire più un gol automatico, ma una serie di fattori determineranno la buona riuscita o meno della conclusione in porta. Il portiere a primo impatto è stato reso una fortezza, ma più in là con l’esperienza si riuscirà a superare senza troppe difficoltà di sorta. Quello che doveva essere il punto cardine di miglioramento del gioco dal punto di vista del gameplay, ovvero una maggiore profondità dei settaggi degli schemi di gioco, si rivela essere una trovata mezza riuscita. Seppur figurino molte opzioni di gioco, dal pressing al comportamento difensivo/offensivo, passando alla varie strategie d’attacco personalizzate e standard già presenti, il tutto appena si entra in campo non incide più di tanto sull’andamento della gara, rendendo dunque quasi totalmente inutile star lì a perdere la testa tra i settaggi visto che basterà giocare normalmente per avere la meglio sulla CPU. CPU che è stata notevolmente migliorata per quanto riguarda il gioco palla al piede. Le squadre più forti inventeranno azioni di prima, con tocchi veloci e rapidi cambiamenti difronte, verticalizzazioni e filtranti da paura. Ci vorrà davvero la miglior attenzione per non far passare il pallone o bloccare i giocatori senza costringersi ad affidarsi al portiere che si travesta da Superman. Se gli avversari saranno andati in vantaggio, o se la squadra è medio-bassa e non sta perdendo, si accontenteranno del risultato provando a congelare la partite con la classica melina e il classico torello, fin dietro al portiere. A quel punto tutta la squadra non tenderà più a sbilanciarsi, ma terrà le posizioni anche in momenti in cui saremo noi stessi ad essere sbilanciati. Ovvero la regola dice “se la partita va dalla tua, addormentala e non rischiare”, ed in questo senso la CPU esegue alla lettera il comando. Avremmo preferito inoltre che il gioco si facesse più maschio, mostrando più contrasti fallosi e con qualche cartellino sventolato a partita, proprio come accade nelle partite reali e proprio come è stato fatto dai canadesi della EA Sports con FIFA 2010. Invece, purtroppo, si rischia di finire sempre le partite con zero falli subiti e mai un’interruzione, in puro stile arcade. Probabilmente però, le potenzialità e il divertimento che può offrire PES 2010 devono essere riscontrate tutte sul gioco multiplayer, in locale o online. Per quanto riguarda il locale, con un numero massimo di 4 giocatori in contemporanea, si possono organizzare tutti i tornei che si vogliono, dalla Champions ai vari campionati licenziati, in sfide 2vs2 che garantiranno tantissime ore di divertimento agli appassionati, magari dopo una bella giornata in cui la scuola non andava molto giù, e la si salta per far due partite a PES! Per ciò che concerne il comparto multiplayer, la promessa di Seabass e il suo team era quella di poter regalare finalmente dei server all’altezza del caro vecchio PES 4, o quantomeno di Pro Evolution Soccer 6. A primo impatto è davvero così, senza nemmeno un filo di lag, con una risposta ai comandi leggermente più lenta di quella in offline, ma è presto per giudicare poiché i server nelle prime battute sono totalmente vuoti e bisognerà aspettare che raggiungano un certo carico per essere giudicati idonei o no per supportare la modalità multiplayer nei mesi di punta che avrà il titolo. Permane ancora la sfida 1vs1, senza possibilità alcuna di ricreare le sfide 2vs2 come accadeva nei vecchi capitoli. Fortuna vuole che il vasto ventaglio di scelta per le modalità offline non faccia mancare tanto il 2vs2 online, ma di certo se paragonato alla maxi-esperienza che il diretto avversario EA può regalare ai suoi fan, si può concludere che il comparto multi di PES 2010 come qualità e quantità è soltanto sufficiente.
Messi, ti si vedono i pori della pelle!
Dal punto di vista grafico, PES 2010 mostra tutto il suo splendore com’è sempre stato. La grafica è stata notevolmente migliorata, resa più dinamica e viva, e i giocatori già quasi perfetti come da storia sono stati ulteriormente arricchiti di dettagli che li rendono del tutto simili alla loro controparte reale. Possiamo apprezzare come la pelle dei giocatori mostri addirittura la peluria, i capelli hanno finalmente stile e forma non distaccato dal resto del corpo, e le animazioni facciali sono a dir poco superlative. Anche con una visuale della telecamera impostata a Grandangolo, è possibile riconoscere ogni singolo giocatore di maggior parte delle squadre presenti nel gioco, tutti curati nei minimi dettagli anche come movenze relative alla corsa, al progressione palla al piede e alla preparazione-esecuzione di un calcio piazzato. Le altezze e la corporatura dei giocatori sono state riprodotte fedelmente, ed è possibile distinguere in una partita varie sfumature di altezza e fisico. Fisico che comunque non va ad incidere troppo nel gameplay, e di ciò ce ne dispiace parecchio. Non convincono ancora le movenze dei giocatori per ciò che concerne il feeling col pallone, dove anche esteticamente si fa vedere tutta l’incapacità del team di sviluppo nel creare movimenti credibili ed armoniosi e non forzati e troppo guidati. Eccellenti invece tutte le introduzioni e i filmati, realizzati con la grafica del gioco. Le introduzioni alla partita sono molto coinvolgenti, che sia una match di nazionale, con una parte dell’inno che viene riprodotto, che sia un match di Champions, anche in questo caso con l’inno in sottofondo, o che sia un semplice match di campionato, i giocatori faranno il loro ingresso in una presentazione molto credibile del match. Le animazioni durante un gol sbagliato, un’esultanza o un fallo sono davvero realizzate bene e il motore grafico si mostra in tutta la sua bellezza. E’ davvero un peccato che tale potenzialità non vengano sfruttate nel gameplay. Il manto erboso è stato arricchito molto assieme a tutto il comparto grafico, ma resta ancora qualche perplessità riguardo agli stadi, ancora lontani dal match e freddi ospitanti dei 90 minuti. Il comparto audio invece è realizzato bene a metà. La telecronaca Pardo-Altafini è all’altezza solo per il commentatore italiano, con ottimi spunti di dialogo e descrizione dell’azione, sempre molto attivo e presente nel gioco, anche se manca di carisma nelle fasi più concitate del match e durante occasioni specifiche quali gol e falli. Il commentatore brasiliano invece è ancora troppo lontano dal poter offrire divertimento all’ascolto, seppur ci metta tutta la buona volontà. Pochi spunti, poche frasi ad effetto, vi porteranno presto a disattivare la telecronaca e mettere le cuffie dell’ipod alle orecchie durante le vostre sessioni di gioco. Non convincono nemmeno gli effetti degli stadi e i cori dei tifosi, ancora troppo distanti dal gioco e lontani dagli standard eccezionali dei precedenti capitoli di gioco. Fortunatamente, la soundtrack è licenziata e godibile oltre che azzeccata e mai pesante.
Rimandato o sufficiente?
PES 2010 sicuramente fa un passo in avanti verso la riproposta di un titolo valido, ma è ancora molto lontano dai vecchi fasti in cui sbaragliava la concorrenza che era davvero molto penosa. Il team giapponese da due anni ha pagato caro il fatto di essersi seduto sugli allori dopo il successone e anche quest’anno la storia non cambierà. Però bisogna ammettere che la buona volontà di guadagnare terreno è evidente, ma i diretti concorrenti non solo non sono stati a guardare, ma hanno sfornato un titolo a dir poco perfetto. Tutto sommato, PES 2010 resta un bel gioco, nel complesso più che sufficiente se non viene paragonato a nessun altro titolo e viene giudicato nella sua sostanza. Tante modalità di gioco, realizzazione grafica maniacale e chicche sparse di qua e di là, arrivano là dove il gameplay non riesce ad arrivare. Dunque PES 2010 merita sicuramente una chance da tutti coloro che amano il gioco più seguito d’Europa, e se l’editor del gioco permetterà agli smanettoni di PC di sfornare qualche patch è un’altra buona ragione di sforzarsi e provare ad entrare nel vivo del gioco. A voi giudicare se quest’edizione può soddisfare o meno il vostro concetto di “gioco di calcio” e le vostre esigenze.
gialfy
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